ECONOMIA BULGARA
I settori più importanti dell’economia Bulgara nel 2018 sono stati l’industria (23,1 %), il commercio all’ingrosso e al dettaglio, i trasporti, il settore alberghiero e della ristorazione (22,6 %) e l’amministrazione pubblica, la difesa, l’istruzione, la sanità e l’assistenza sociale (14,1 %).
L’Italia è uno dei principali partner economici della Bulgaria e riveste un ruolo chiave nell’economia del Paese.
Storicamente al secondo posto nella graduatoria dei principali partner commerciali anche per il 2018 l’Italia si conferma terzo fornitore dopo Germania e Russia e secondo mercato di destinazione di export bulgaro dopo la Germania.

I 3 settori
L’agricoltura in Bulgaria è un importante settore economico. Le principali colture sono quelle dei cereali, praticate soprattutto nella pianura danubiana (frumento, mais) e in quella tracica (frumento, riso). Grandi colture di esportazione sono il girasole e il tabacco. Coltivazioni tipiche del paese sono quelle degli ortaggi, delle rose (nella valle delle Rose), della lavanda e delle fragole (nella regione di Plovdiv). La vite alimenta la produzione di vini bianchi e rossi di alta qualità. La grande estensione di prati e pascoli favorisce l’allevamento. Molto sviluppata è anche l’avicoltura. I principali porti di pesca sono Burgas e Varna, sul Mar Nero. Modeste le riserve di petrolio, specialmente sul Mar Nero, e di gas naturale. Continua l’estrazione di carbone e di lignite. Si estraggono anche manganese, piombo, zinco, rame, sale, oro e argento.
I comparti industriali più sviluppati sono la siderurgia e la metallurgia – gli impianti si concentrano in particolare nel bacino di Sofia, a Burgas e a Plovdiv. Settori importanti e dinamici sono il chimico e il farmaceutico e con impianti nelle numerose città. A Ruse e a Burgas sono presenti raffinerie. Le industrie tessili vantano un’antica tradizione. Altre industrie di un certo rilievo sono quelle della gomma, del cuoio, del cemento, della lavorazione del tabacco. Principali esportazioni: derivati del petrolio, rame di fonderia, materiale elettrico ed elettronico, elettrodomestici e macchinari, abbigliamento e accessori, farmaceutici, materie plastiche. L’industria meccanica ha centri a Sofia (assemblaggio veicoli) e a Varna (cantieri navali). Il 90% delle auto in Europa ha parti prodotte in Bulgaria. L’80% dei sensori di tutte le auto europee è prodotto in Bulgaria. Diffusa inoltre la produzione di birra e zucchero.
Le industrie leader nel terziario sono il commercio e i trasporti, che generano oltre il 15% del Valore aggiunto lordo del settore. Il turismo e le industrie collegate contribuiscono alla formazione di quasi il 12-13% del prodotto interno lordo della Bulgaria e di circa l’11% dell’occupazione totale. In espansione turismo storico – culturale, balneare, termale, sportivo, eno-gastronomico. Il settore dell’outsourcing di processi aziendali e servizi IT negli ultimi anni ha subito cambiamenti e crescita significativi. Dalla Bulgaria passano 5 corridoi paneuropei e negli ultimi anni la rete stradale in Bulgaria si è notevolmente ampliata. Sviluppata la rete ferroviaria che collega Sofia con la valle della Maritsa e con la valle del Danubio. Inoltre è importante un’altra via di comunicazione: il Danubio, dove si trova il porto di Ruse e il Mar Nero con i porti di Varna e Burgas. Quattro sono gli aeroporti internazionali (Sofia, Varna, Burgas e Plovdiv).

INVESTIMENTI ITALIANI IN BULGARIA
L’Italia è uno dei principali investitori nel Paese. Il numero delle aziende Italiane è cresciuto negli ultimi 10 anni di oltre il 300%, attestandosi a quasi 9.000 imprese a partecipazione italiana, di cui oltre 1.000 con un fatturato superiore ai 200.000 € ed un apporto economico pari al 10% del PIL. Inoltre le imprese Italiane hanno contribuito alla creazione di oltre 50.000 posti di lavoro. La presenza delle imprese Italiane sul mercato Bulgaro riguarda sia grandi gruppi (tra gli altri Generali, Miroglio, Rigoni di Asiago, Unicredit-Bulbank), sia piccole e medie imprese, impegnate in un ampio numero di settori: manifatturiero, energie rinnovabili, infrastrutture, ambiente e servizi finanziari.
La Bulgaria rappresenta un mercato sempre più importante per le esportazioni e gli investimenti italiani. Il Paese offre una fiscalità tra le più favorevoli a livello europeo (flat tax al 10%), i suoi fondamentali macroeconomici sono solidi e la sua posizione geografica, nel cuore dei Balcani, ne fa uno snodo strategico per le infrastrutture energetiche e le vie di collegamento verso i mercati asiatici. Nel 2018 l’economia Bulgara è cresciuta del 3,1%.
I settori-opportunità di investimento in Bulgaria sono: agroalimentare, meccanica e metalmeccanica, turismo, legno e mobili, chimica e farmaceutica, ITC and outsourcing, logistica intermodale, elettronica e elettrotecnica, tessile e calzaturiero.
Sapevate che…?
La Bulgaria è al 3 ° posto in Europa in termini di patrimonio culturale e storico
La Bulgaria è tra i primi 10 paesi al mondo con la connessione Internet più veloce
La Bulgaria è in cima alle classifiche mondiali in matematica
La Bulgaria è terza al mondo per numero di specialisti IT pro capite
Il 49,5% della popolazione parla almeno una lingua straniera
PERCHÈ BULGARIA
Finanziamenti europei La Bulgaria riceverà più di 16 miliardi di euro dall’UE nell’ambito della politica di coesione, della politica agricola e del fondo per la transizione equa, attraverso il Quadro Finanziario Pluriennale. Grazie inoltre al PNRR da 6,91 miliardi di euro (più 1,086 miliardi di co-finanziamento nazionale e 2,41 miliardi di co-finanziamento privato), si porterà avanti uno dei progetti approvati più green d’Europa.
Posizione geografica favorevole La Bulgaria è situata in una posizione geografica strategica, tra Europa e Asia, che la candida a svolgere un ruolo importante in prospettiva nei settori dell’energia e dei trasporti. Il Paese è attraversato da 5 corridoi Pan-europei, possiede 4 maggiori aeroporti (Sofia, Plovdiv, Burgas e Varna), nonché 2 dei più grandi porti sul Mar Nero (Varna e Burgas). La posizione del Paese si rivela strategica anche con riguardo alla distribuzione di energia.
Stabilità macroeconomica Le fondamenta macroeconomici della Bulgaria sono solidi. Il tasso di cambio euro/lev bulgaro è fisso a 1,95583. Il Paese rimane con uno dei debiti pubblici più bassi nell’UE-27. Nel primo trimestre 2022 l’economia bulgara è cresciuta del +4,5% su base annuale su dati del National Statistic Institute (NSI). I dati attuali disegnano un quadro più roseo della maggior parte delle aspettative per gli effetti della guerra e dell’inflazione galoppante. Nonostante ciò, la crescita annua del Paese rimane sotto la media dell’UE (5,2%).
Basso costo del lavoro e qualità della manodopera Il costo della manodopera è il più competitivo a livello UE-27, nel 2021 circa approssimativamente 14 BGN/h con salario minimo di 710 BGN e possibile crescita quest’anno a 770 BGN. La qualità della manodopera, specie nei settori costruzioni e metalmeccanico e dei servizi, è alta. Di alta qualità anche il settore delle ICT, al quinto posto per numero di laureati, che porta la Bulgaria al terzo posto per specialisti per capita. Inoltre, la Bulgaria è nel top ranking mondiale nelle scienze matematiche. Nel 2021 vediamo più di 47.000 laureati nelle 51 Università del Paese, di cui circa il 98% parla una seconda lingua (solitamente l’Inglese) e oltre il 70% una terza lingua (le più frequenti sono Tedesco, Francese, Spagnolo e Russo). Almeno il 49,5% della popolazione parla una o più lingue straniere (in ordine: inglese, russo, turco, tedesco).
Fiscalità’ La Bulgaria ha uno dei regimi fiscali più favorevoli in Europa. L’aliquota dell’imposta sul reddito delle società è del 10% (flat tax), la più bassa dell’UE. L’imposta sul reddito delle persone fisiche è sempre del 10%. Le industrie in aree ad alto tasso di disoccupazione beneficiano di importanti incentivi fiscali. Infine, esiste un’esenzione IVA di 2 anni per le importazioni di attrezzature per progetti di investimento superiori a 5 milioni di euro volte a creare almeno 50 posti di lavoro. Con la pandemia di Covid-19, la Bulgaria ha introdotto degli aiuti alle industrie, alcuni dei quali sono ancora in vigore: un esempio la misura 60/40, per cui tutte le imprese ricevono sostegno se hanno subito un calo delle vendite superiore al 20%, 30% o 40%. Le industrie possono beneficiare di sovvenzioni per migliorare le qualificazioni degli impiegati.
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