Storia

La Bulgaria è uno dei Paesi Europei meno conosciuti , ma non per questo meno ricco  di storia,  cultura e  arte. I primi reperti umani  sono stati ritrovati  nella grotta di Kozarnika, con un’età approssimativa di 1,6 milioni di anni e le prime abitazioni neolitiche di Stara Zagora, risalgono al 6 000 a.c. e sono tra le più antiche strutture costruite dall’uomo scoperte fino ad oggi.

Gli scavi vicino a Ohoden (regione di Vratsa), il tumulo presso il villaggio di Yunatsite e  l’oro più antico lavorato ritrovato nella necropoli di Varna ,  i tumuli funerari traci sparsi in tutto il territorio (Kazanlak, Alexandrov, Sveshtari), i tesori (Panagyurishte, Rogozen, Valchitran), santuari e templi (Perperikon, Starosel, Kozi Gramadi, Begli) sono testimonianze affascinanti e suggestive , nonchè  la prova che questa Terra è stata culla  di alcune fra le prime civiltà in Europa.

Perperikon – città dell’antica Tracia

Il primo popolo a lasciare tracce ed un’eredità culturale sul territorio della Bulgaria sono i Traci, seguiti nei secoli dai Greci, Celti, Romani, Bizantini. Le interazioni culturali tra i Traci e la civiltà ellenica sono particolarmente attive. Nel periodo VI-II secolo a.C. in Tracia, Mesia e sulle rive del Mar Nero furono fondate molte città che divennero canali dell’influenza culturale greca. A metà del I secolo d.C. tutte le terre Bulgare divennero parte dell’Impero Romano. Molti monumenti architettonici e archeologici sono stati conservati di questo periodo: il teatro antico e lo stadio Romano di Plovdiv, i resti delle città romane di Ulpia Escus, Nikopolis ad Istrum, Nikopolis ad Nestum, Augusta Trayana, Abritus e altri.

Il mosaico di Augusta Traiana con la processione dionisiaca. Sulla destra è raffigurato Sileno che guida l’incedere di due Baccanti

Dopo il crollo dell’Impero Romano, le terre Bulgare odierne entrarono a far parte dell’Impero Romano d’Oriente, in seguito chiamato Bisanzio dagli storici. Nella seconda metà del VII secolo i Proto-bulgari si stabilirono nel territorio dell’attuale Bulgaria nord-orientale. In alleanza con gli Slavi, formarono lo Stato Bulgaro, riconosciuto da Bisanzio nel 681. A capo dello stato c’era il capo dei Proto-bulgari – Khan Asparuh, e la capitale fu dichiarata la città di Pliska.

Durante il regno di Khan Krum (803-814) la Bulgaria confinava a ovest con l’impero di Carlo Magno, e ad est le truppe bulgare raggiunsero le mura della capitale di Bisanzio – Costantinopoli. Nell’864, durante il regno del principe Boris I (852-889), i Bulgari adottarono il Cristianesimo come religione ufficiale e la Bulgaria divenne uno dei più antichi paesi cristiani d’Europa.

Alla fine del IX secolo, i fratelli Cirillo e Metodio crearono e distribuirono l’alfabeto slavo. Ohrid e Veliki Preslav divennero centri della cultura Bulgara e slava. Dalla Bulgaria la scrittura slava si è diffusa in altri paesi slavi. Ancora oggi paesi come Russia, Serbia, Ucraina, Macedonia e Bielorussia usano l’alfabeto cirillico, le cui regole di ortografia furono create dagli studenti di Cirillo e Metodio e dai loro seguaci nella capitale Bulgara Preslav. Il regno dello Zar Simeone I (893 – 927) è noto come “l’età d’oro della cultura Bulgara”, e i confini del paese a quel tempo raggiungevano il Mar Nero, il Mar Bianco e il Mar Adriatico.

Veliko Tarnovo – capitale del Secondo Regno Bulgaro

Nel 1018, dopo lunghe guerre, la Bulgaria fu conquistata da Bisanzio. Nel 1185, una rivolta guidata dai fratelli boiardi Assen e Pietro rovesciò il dominio bizantino. Fu fondato il Secondo Regno Bulgaro e Tarnovo divenne la capitale.

Quattro Vangeli di Londra

Il precedente potere della Bulgaria fu ripristinato durante il periodo di regno del loro fratello più giovane – Kaloyan (dal 1197-1207), e durante il regno dello zar Ivan Asen II (1218-1241) il Secondo Regno bulgaro raggiunse la sua massima prosperità – stabilì l’egemonia politica in Europa sud-orientale, espandendo i suoi confini al Mar Nero, Mar Bianco e Mar Adriatico, sviluppando economia e cultura. Tra i monumenti più significativi conservati di quel periodo ci sono gli affreschi della Chiesa di Boyana, le chiese di Tarnovo, il Monastero di Zemen, le Chiese rupestri di Ivanovo, le miniature dei Quattro Vangeli di Londra e la Cronaca di Manasse.

Nel 1386 Bulgaria fu conquistata dall’Impero Ottomano, ma la dominante religione musulmana non piegò per ben cinque secoli la tradizione profondamente Cristiana del popolo Bulgaro, la quale, anzi, trasse forza nei suoi monasteri e nei suoi monaci. Durante i primi anni del dominio ottomano ci furono tentativi isolati di liberare la Bulgaria. Successivamente, il movimento dei “haiduti” (combattenti fuorilegge) creò i presupposti per l’emergere di un movimento di liberazione nazionale organizzato.

All’inizio del XIX Secolo iniziò la Rinascita Bulgara, influenzata dagli  ideali occidentali di nazionalismo e liberalismo, soprattutto dopo la Rivoluzione Francese e attraverso la Grecia in seguito alla loro rivolta contro gli ottomani nel 1821.   

Vasil Levski

A capo del movimento di liberazione nazionale  dal dominio ottomano è Georgi Rakovski (1821-1867), che nel 1840 cercò di conseguire l’indipendenza del paese e delle altre nazioni balcaniche sotto il potere ottomano attraverso una sollevazione armata dei popoli cristiani della regione Altri esponenti di spicco  del movimento sono Vasil Levski (1837-1873), Lyuben Karavelov (1834-1879), Hristo Botev (1848-1876).

Nel 1876 scoppiò la Rivolta di Aprile, il più grande e organizzato tentativo di liberazione dal dominio ottomano. Repressa con una crudeltà e massacri senza precedenti (Massacro di Batak, in cui fu trucidata la maggioranza della popolazione cristiana bulgara -fra 1400 e 5000 persone), pose la questione nazionale Bulgara al centro della vita politica internazionale. Anche le grandi menti e la coscienza morale degli scrittori Victor Hugo, Turgenev, Tolòstoj e Dostoevskij si levarono a sostegno della causa bulgara, finchè il 12.04.1877 la Russia dichiarò guerra all’Impero ottomano. 

La guerra russo-turca (1877-1878) si concluse col Trattato di pace di Santo Stefano, che dispose, anche se non definitivamente, la formazione del Terzo Stato Bulgaro dopo quasi cinque secoli di dominio ottomano. Il successivo Congresso di Berlino (1878) divise gli ex territori Bulgari in tre: il Principato di Bulgaria guidato da un principe, Alexander Battenberg, la Rumelia orientale, con un governatore cristiano nominato dal sultano, e la Tracia e la Macedonia, che rimasero sotto il dominio dell’Impero Ottomano.

Nel 1879 fu adottata dalla prima Grande Assemblea Costituente tenutasi a Tarnovo, la prima costituzione della Bulgaria, , come parte della formazione del Principato di Bulgaria e  rimase in vigore fino al 4 dicembre 1947, quando venne rimpiazzata dalla Costituzione della Repubblica Popolare di Bulgaria. Nel 1885 i due stati Bulgari – il Principato di Bulgaria e la Rumelia orientale – vennero uniti.

Con la proclamazione de jure dell’indipendenza della Bulgaria dall’impero ottomano il 5 ottobre 1908 (sebbene il paese fosse de facto indipendente dal 1878), Ferdinando Sassonia-Coburgo-Gotha venne acclamato con il titolo di Zar di Bulgaria, con la proclamazione celebrata nella chiesa dei Quaranta Martiri (Sv. Četirideset mačenici) a Veliko Tarnovo, ed accettata e riconosciuta sia dalla Turchia che da tutte le monarchie europee.

Come molti altri governanti ortodossi prima di lui, Ferdinando aveva il “sogno di una nuova Bisanzio”. Nel 1912 Ferdinando aderì con altri stati balcanici all’attacco all’Impero ottomano per conquistare i territori occupati dagli islamici. Egli vide in questo progetto una nuova crociata, definendola “un giusto, grande e sacro conflitto della Croce contro la Mezzaluna.” La Bulgaria contribuì grandemente all’esito finale delle guerre balcaniche con le perdite maggiori di uomini. Le grandi potenze insistevano per la creazione di uno stato albanese indipendente. Poco dopo, la Bulgaria attaccò Serbia e Grecia e venne attaccata dalla Romania e dall’Impero Ottomano per essere quindi sconfitta. Ad ogni modo, il Trattato di Bucarest del 1913 concesse alla Bulgaria alcuni ampliamenti territoriali, tra cui una piccola parte di accesso al Mar Egeo.

L’intervento della Bulgaria nella Prima Guerra Mondiale a fianco delle potenze centrali si concluse con una catastrofe nazionale. Il Trattato di pace di Neuilly (1919) impose clausole dure alla Bulgaria, che perse gran parte del suo territorio. All’inizio degli anni Quaranta, la Bulgaria perseguì una politica nell’interesse della Germania e delle potenze dell’Asse. Nel 1941 entrò in guerra dalla parte dell’Asse, ma l’esercito Bulgaro non prese parte alle battaglie sul fronte orientale.

Nel 1941 50.000 Ebrei Bulgari vennero salvati dalla deportazione. Lo zar Boris III sostenne la pressione pubblica e si oppose agli alleati, salvando gli ebrei Bulgari, fatto che molto probabilmente gli costò la vita. Di tutti i paesi Europei, solo la Danimarca e la Bulgaria sono riuscite a tenere le loro popolazioni ebraiche fuori dalle camere a gas naziste. Nell’autunno del 1944, la Bulgaria si unì agli Alleati e prese parte attiva all’espulsione delle truppe tedesche dall’Europa meridionale e centrale.

Nel 1946, a seguito dei patti di Yalta, viene proclamata la Repubblica Popolare Bulgara con il partito comunista al capo del governo, ispirata al modello sovietico, allineandosi anche sul piano internazionale all’ex Unione Sovietica. Occorre precisare che il rapporto tra la popolazione Bulgara e la popolazione Sovietica è contraddittorio: mentre da una parte l’intera popolazione Bulgara è sicuramente grata alla Russia zarista per la liberazione dopo cinque secoli di dominazione ottomana e altresì grata all’armata rossa per la liberazione definitiva dal nazi-fascismo, d’altro canto, l’anelito di libertà e indipendenza non ha mai completamente accettato l’interferenza sovietica di questo ultimo periodo storico: il Partito Comunista Bulgaro sale al potere. I partiti politici al di fuori del Fronte patriottico sono banditi, l’economia e le banche sono nazionalizzate, i terreni coltivabili sono espropriati dalle antiche proprietà e riorganizzati in cooperative.

Il regime comunista cadde il 10 novembre 1989, ovvero un giorno dopo la caduta del Muro di Berlino, e gradualmente iniziano i cambiamenti democratici in Bulgaria: nel giugno 1990 si tengono elezioni multipartitiche e nel luglio 1991 viene adottata una nuova Costituzione dalla Grande Settima Assemblea Nazionale.

Il Paese sta intraprendendo la strada verso lo sviluppo democratico e un’economia di mercato, nella sua politica estera, è orientato al riavvicinamento alle strutture europee e diventa membro del Consiglio d’Europa nel 1991. 

La Bulgaria entra poi ufficialmente nella NATO il 29 marzo 2004 e nell’ Unione Europea il 1° gennaio 2007. Dal 1° gennaio 2025 la Bulgaria fa pienamente parte dello spazio Schengen.

Cenni storici


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